Morto l'ammiraglio MOVM Gino Birindelli

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  1. Audere
     
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    E' morto a Roma all'ospedale militare del Celio il 2 agosto 2008 all'età di 97 anni l'Ammiraglio MOVM Gino Birindelli.

    Allievo all'Accademia Navale di Livorno dall'ottobre 1925, nel 1930 conseguì la nomina a Guardiamarina ed imbarco sull'incrociatore Ancona. Seguirono poi altri imbarchi sulla corazzata Andrea Doria, sui cacciatorpediniere Quintino Sella e Confienza e sui sommergibili Santarosa e Naiade. Promosso Tenente di Vascello nel 1935, nel 1937 si laureò in Ingegneria civile presso l'Università di Pisa. Ebbe poi il comando dei sommergibili Foca, Millelire, Dessie e Rubino e, dall'aprile 1939, il comando del Gruppo Sommergibili di Tobruk.
    All'inizio del secondo conflitto mondiale ebbe il comando della V Squadriglia MAS per Gruppo Mezzi d'Assalto poi Decima Flottiglia MAS, con i quali operò poi in guerra, violando la Base inglese di Gibilterra il 30 ottobre 1940, nell'operazione "B.G.2" che fallì per un'avaria all'apparecchio quando ormai si trovava a poche decine di metri da una grossa nave da battaglia. Tratto prigioniero e rientrato in patria dopo l'armistizio, partecipò alla guerra di liberazione; nel 1944 assunse l'incarico di Sottocapo di Stato Maggiore dell'Ispettorato Generale MAS.
    Promosso Capitano di Corvetta con anzianità luglio 1941, da Capitano di Fregata venne destinato prima al comando del Battaglione "San Marco", poi sulla corazzata Italia nell'incarico di Comandante in 2^, successivamente al Centro Subacqueo del Varignano (La Spezia) ; ebbe poi il comando della 3^ Squadriglia Corvette a della 3^ Squadriglia Torpediniere. Promosso Capitano di Vascello nel gennaio 1952, frequentò l'Istituto di Guerra Marittima a Livorno e quindi, dal luglio 1954 ebbe il comando del Centro Subacquei ed Incursori del Varignano di cui fù fondatore e primo comandante e dell'incrociatore Montecuccoli con il quale, dall'1 settembre 1956 all'1 marzo 1957 effettuò una crociera di circumnavigazione che lo portò a toccare 34 porti di quattro Continenti, percorrendo complessivamente 33.170 miglia nautiche.

    Fu, inoltre, Capo di Stato Maggiore Aggiunto al Comando in Capo della Squadra Navale. Con la promozione a Contrammiraglio nel dicembre 1959, fu destinato prima al Centro Alti Studi Militari, quindi a rappresentare il Comando delle Forze Alleate del Mediterraneo presso il Comando delle Forze Aeree e Terrestri del Sud Europa e poi allo Stato Maggiore della Difesa. Nei successivi gradi di Ammiraglio ricoprì, in successione, i seguenti incarichi: Comandante della 1a Divisione Navale, Direttore Generale per il Personale della Marina, Comandante in Capo della Squadra Navale ed infine, Comandante Navale Alleato del Sud Europa a Malta e poi a Napoli. Ha lasciato il servizio attivo nel grado di Ammiraglio di Squadra nel dicembre del 1973. È stato Deputato al Parlamento dal 1972 al 1976 nelle file del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale.


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    Medaglia d'oro al valor militare

    «Ufficiale ardito ed entusiasta, pur gravemente menomato nel fisico da un lungo e pericoloso addestramento quale operatore di mezzo d’assalto subacqueo, con altissimo spirito aggressivo chiedeva ed otteneva di partecipare a due audaci tentativi nei quali rifulgevano le sue ammirevoli doti di abnegazione e di coraggio. Animato da incrollabile decisione guidava una terza spedizione e penetrava in una delle più potenti e difese basi navali nemiche, iniziando la serie gloriosa dei violatori dei porti con i nuovi mezzi. Sopravvenuta un’avaria all’apparecchio a poche diecine di metri dalla nave da battaglia che era il suo obiettivo, sentiva affondare irreparabilmente lo strumento. Incurante degli effetti che lo sforzo sovrumano compiuto in immersione avrebbe prodotto nel suo organismo, non si arrendeva al fato avverso e riunendo tutte le sue energie tentava disperatamente di trascinare sul fondo l’apparecchio e di portarlo sotto l’obiettivo ormai vicino. Dopo mezz’ora di fatica estenuante, solo quando sentiva prossima la fine desisteva dall’impresa non senza aver provveduto all’autodistruzione dell’apparecchio. Tanto eroismo, il fermo contegno da lui tenuto nell’avversa fortuna e nella successiva prigionia gli valevano il diritto alla riconoscenza della Patria ed il rispetto dell’avversario; ma, non pago di ciò, una volta restituito alla Marina dopo l’armistizio, anziché provvedere alle sue condizioni di salute, offriva nuovamente se stesso per la preparazione e l’esecuzione di altre operazioni, sublime esempio di spirito di sacrificio, di strenuo coraggio e di illimitato amor di Patria.»
    — Gibilterra, 30 ottobre 1940




    Edited by Audere - 3/8/2008, 14:03
     
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